CONCIMAZIONE E TAGLIO DEL PRATO: consigli pratici
CONCIMAZIONE E TAGLIO DEL PRATO: consigli pratici

Maggio è uno dei mesi fondamentali per la preparazione del tappeto erboso a fronteggiare gli stress climatici estivi.
CONCIMAZIONE
Importanza primaria ha la concimazione potassica, in quanto il potassio conferisce una notevole robustezza alla pianta. La somministrazione può avvenire sia in forma granulare sia in forma liquida. I concimi liquidi hanno il vantaggio di essere più prontamente assimilabili, in quanto vengono assorbiti e assimilati dalla pianta in minor tempo. E’ bene valutare anche l’impiego di soluzioni comprendenti microelementi, così da prevenire e curare qualsiasi tipo di carenza (in genere i concimi sono già in formulazioni complete, con gli elementi principali abbinati ai microelementi). In aggiunta si possono utilizzare concimi biostimolanti, che fertilizzano il terreno e allo stesso tempo stimolano e sostengono la crescita della pianta.
TAGLIO
Il taglio del manto erboso si esegue dai 20 ai 30 centimetri (come altezza di taglio) e va mantenuto frequentemente, ogni 5-7 giorni. Nel caso si verifichi un innalzamento delle temperature è consigliato di alzare il taglio di 1-1,5 centimetri. Per quanto riguarda l’irrigazione le regole variano in base al tipo di semente, in base all’esposizione solare e in base al tipo di impianto di irrigazione che si possiede.
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BIOSTIMOLANTI

BIOSTIMOLANTI
Dopo il riposo invernale inizia la ripresa vegetativa delle piante, dove si concentrano sullo sviluppo vegetativo e produttivo. Queste attività richiedono numerose spese energetiche, che spesso a causa di squilibri idrici e di pressioni climatiche, vengono compromesse comportando sofferenze alla pianta.
La pianta possiede sistemi propri di termoregolazione (regolazione della temperatura) e di gestione idrica ma purtroppo a causa dell’aumento delle temperature il sistema climatico mondiale risulta sempre più squilibrato e le piante sono le prime che ne subiscono gli effetti e nel breve-medio periodo fanno sempre più fatica a gestirsi totalmente da sole. Per questo motivo, per garantire uno stato di salute ottimale delle piante, possiamo aiutarle impiegando biostimolanti.
I biostimolanti non sono altro che preparati liquidi pronti da irrorare nel terreno o direttamente sulla superficie fogliare (la modalità di distribuzione varia a seconda del preparato). Sono specifici prodotti contenenti sostanze e/o microorganismi capaci di favorire lo sviluppo delle piante durante l’intero ciclo colturale; stimolano i processi naturali della pianta in termini di miglioramento dell’assorbimento ed uso dei nutrienti e della tolleranza ai fattori di stress abiotici (temperature ed acqua).
Quali sono le principali sostanze biostimolanti?
Gli estratti di alghe sono le sostanze più conosciute ed utilizzate. Si impiegano principalmente tre specie di alghe: Ascophyllum nodosum, Ecklonia maxima, Laminaria digitata.
Gli estratti di alghe agiscono migliorando:
- Velocità di germinazione
- Crescita
- Sviluppo radicale e del rapporto radici/parte aerea della pianta
- Allegagione
- Produzione
- Qualità del prodotto
- Resistenza agli stress ambientali
- Assorbimento di macro e micronutrienti
Anche le sostanze umiche rientrano tra i biostimolanti. Trattasi di macromolecole organiche complesse provenienti dalla decomposizione della sostanza organica e dall’attività metabolica dei microorganismi. Le sostanze umiche utilizzate per la produzione di biostimolanti provengono soprattutto dai giacimenti di humus fossile (leonardite) o compost. Le sostanze umiche stimolano la crescita delle piante, favorendo l’assorbimento dell’azoto nitrico e favorendo l’attività degli enzimi complici nella sua assimilazione ma anche promuovendo lo sviluppo radicale. Tali sostanze attuano anche un’azione indiretta migliorando la fertilità del suolo.
Gli idrolizzati proteici sono un altro componente facente parte della categoria dei biostimolanti. Contengono una miscela di aminoacidi e peptidi solubili; le fonti proteiche da cui derivano possono essere di origine animale e vegetale, dai residui della lavorazione del cuoio (collagene) ma anche provenienti dall’industria ittica o da biomasse vegetali di leguminose. Gli idrolizzati proteici migliorano l’assorbimento e l’assimilazione dei nutrienti, la tolleranza agli stress e la qualità del prodotto finale.
Ogni biostimolante, che contenga estratti di alghe, acidi umici od idrolizzati proteici, ha un’azione ben specifica sulle differenti colture, richiedono dosaggi e modalità applicative differenti.
Chiedi informazioni ai tecnici di For-Green!
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