BIOSTIMOLANTI

BIOSTIMOLANTI

Dopo il riposo invernale inizia la ripresa vegetativa delle piante, dove si concentrano sullo sviluppo vegetativo e produttivo. Queste attività richiedono numerose spese energetiche, che spesso a causa di squilibri idrici e di pressioni climatiche, vengono compromesse comportando sofferenze alla pianta.

La pianta possiede sistemi propri di termoregolazione (regolazione della temperatura) e di gestione idrica ma purtroppo a causa dell’aumento delle temperature il sistema climatico mondiale risulta sempre più squilibrato e le piante sono le prime che ne subiscono gli effetti e nel breve-medio periodo fanno sempre più fatica a gestirsi totalmente da sole. Per questo motivo, per garantire uno stato di salute ottimale delle piante, possiamo aiutarle impiegando biostimolanti.

I biostimolanti non sono altro che preparati liquidi pronti da irrorare nel terreno o direttamente sulla superficie fogliare (la modalità di distribuzione varia a seconda del preparato). Sono specifici prodotti contenenti sostanze e/o microorganismi capaci di favorire lo sviluppo delle piante durante l’intero ciclo colturale; stimolano i processi naturali della pianta in termini di miglioramento dell’assorbimento ed uso dei nutrienti e della tolleranza ai fattori di stress abiotici (temperature ed acqua).

Quali sono le principali sostanze biostimolanti?

Gli estratti di alghe sono le sostanze più conosciute ed utilizzate. Si impiegano principalmente tre specie di alghe: Ascophyllum nodosum, Ecklonia maxima, Laminaria digitata.

Gli estratti di alghe agiscono migliorando:

  • Velocità di germinazione
  • Crescita
  • Sviluppo radicale e del rapporto radici/parte aerea della pianta
  • Allegagione
  • Produzione
  • Qualità del prodotto
  • Resistenza agli stress ambientali
  • Assorbimento di macro e micronutrienti

Anche le sostanze umiche rientrano tra i biostimolanti. Trattasi di macromolecole organiche complesse provenienti dalla decomposizione della sostanza organica e dall’attività metabolica dei microorganismi. Le sostanze umiche utilizzate per la produzione di biostimolanti provengono soprattutto dai giacimenti di humus fossile (leonardite) o compost. Le sostanze umiche stimolano la crescita delle piante, favorendo l’assorbimento dell’azoto nitrico e favorendo l’attività degli enzimi complici nella sua assimilazione ma anche promuovendo lo sviluppo radicale. Tali sostanze attuano anche un’azione indiretta migliorando la fertilità del suolo.

Gli idrolizzati proteici sono un altro componente facente parte della categoria dei biostimolanti. Contengono una miscela di aminoacidi e peptidi solubili; le fonti proteiche da cui derivano possono essere di origine animale e vegetale, dai residui della lavorazione del cuoio (collagene) ma anche provenienti dall’industria ittica o da biomasse vegetali di leguminose. Gli idrolizzati proteici migliorano l’assorbimento e l’assimilazione dei nutrienti, la tolleranza agli stress e la qualità del prodotto finale.

Ogni biostimolante, che contenga estratti di alghe, acidi umici od idrolizzati proteici, ha un’azione ben specifica sulle differenti colture, richiedono dosaggi e modalità applicative differenti.

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